Intervista pubblicata su metrodora.net a cura di Alex Armosino.
Proponiamo l’intervista integrale alla band post wave genovese Simon Dietzsche, nelle parole del loro cantante e fondatore Ferdinando Barcellona, da qualche tempo riunitasi e prossima alla pubblicazione del nuovo album Contatto che esce per Riserva Sonora.
A.A. Per imbastire un’intervista sui Simon Dietzsche in realtà potrei partire da molto, molto lontano… infatti, qualcosa come -ahimé- 36 anni fa, io e te ci siamo ritrovati, per curiosa coincidenza, a condividere lo stesso palco in una rassegna musicale ‘autogestita’ (termine molto in voga all’epoca) di raccolta fondi pro-terremotati dell’Irpinia… tuttavia nel caso del vostro gruppo, che ancora non si era dato il nome con cui tutti oggi vi conoscono, si trattava della primissima esibizione live!
Cominciamo parlando un po’ di quel periodo? Come era la situazione in giro, che cosa in particolare vi ispirava, come avete iniziato un certo percorso… e magari un ricordo di Raul…
F.B. 28.12.1980 … data del nostro primo concerto in assoluto con ancora il nome di FS (all’epoca c’erano i Police e noi per scimmiottarli tirammo fuori quel nome… orribile… ma fu l’unica data sotto quelle spoglie). L’occasione, come ricordi tu, fu quella di aiutare le popolazioni dell’Irpinia colpite dal terremoto…
Fin da subito ci mettemmo a disposizione, maturando un impegno civile che non è mai venuto meno… All’epoca noi suonavamo e cantavamo male, quasi volutamente… c’era stato da poco il Punk, che con furore giovanile e rabbia repressa aveva spazzato via (o avrebbe voluto farlo) un’intera generazione di musicisti barocchi di grande cultura classica…
L’idea era che tutti potessero salire su un palco e dire qualcosa: bastava che fosse quanto meno intelligente. A Bologna c’erano gli Skiantos e i Gaz Nevada (tra gli altri) a Firenze i Neon, a Genova gli Alan Lads e gli Scortilla (che curiosamente so che hanno appena pubblicato un cofanetto celebrativo)…
Noi cominciammo da fan dei Clash, dei Cure, dei Joy Division, dei Simple Minds (che scoprimmo a settembre del 1980 come supporters di Peter Gabriel).
Fin dall’inizio abbiamo fatto scelte che comunque ci hanno contraddistinto anche in seguito: cantare in Italiano e scrivere canzoni, con una struttura precisa: strofa / ponte / ritornello. Una cifra che non ci ha mai abbandonato… ancora oggi.
[continua la lettura su metrodora.net]